mercoledì 27 febbraio 2008

Juventus- Torino: il Derby di ritorno

Martedì (CAZZO COME SI FA A GIOCARE DI MARTEDI') 26 febbraio 2008

Penultima partita infrasettimanale, grazie alle pay-tv, ci troviamo a giocare di martedì sera.... L'appuntamento è, però, irrinunciabile, il Derby!
Impossibile esercitare la prelazione per motivi che non vi sto ad elencare. Trovo, grazie a mio papà, un biglietto al primo anello del settore laterale est, a fianco della Sud, il mio collega, ha lo stesso settore ma il secondo anello... Iniziamo bene.....
Partiamo alle 14.30, con largo anticipo, per evitare che ci blindassero al lavoro, decidiamo di fare i turisti a Torino (in 5 anni, non ho mai visto il centro) e ci ritroviamo sotto la Mole e in Piazza Castello.
Dopo esserci persi, intorno alle 17 prendiamo la direzione stadio, parcheggiamo, facciamo qualche giro e alle 18.30 entriamo.
Qui ci accoglie una gradita sorpresa, infatti, tutti i gruppi della Nord sono posizionati nel nostro stesso settore, ottimo!
Lo stadio è colmo, la Maratona pure. Iniziano i primi cori.
Il tempo scorre leeeeeeeeeeeeeeeeeento. Inizia la partita.
Belle le coreografie, la Sud presenta un mare fatto con strisce blu con lo stemma della Juve al centro e le scritte: Da sempre nel cielo di Torino, brilla solo il potere juventino. I granata rispondono con un Toro immenso e la scritta TO RO.
La partita ha poco da raccontare, noia e tensione, fino al 90°, quando l'idolo delle folle Pavel Nedved, pensa bene di prendere per i capelli Comotto, capitano Granata. Esce, espulso, tra gli applausi, come se avesse segnato al 90° della finale di Champions League.
Per il resto, nulla da segnalare se non la vergognosa cifra fatta pagare agli abbonati per una curva 30 euro!
NOI I VOSTRI MILIARDI NON LI ABBIAMO: VERGOGNA!

E domenica i Viola....

sabato 23 febbraio 2008

Reggina - Juventus: Non ci sono parole...

Sabato 23 febbraio 2008

ENNESIMO FURTO LEGALIZZATO...

domenica 17 febbraio 2008

Juventus - Roma: Che partita!

Sabato 16 febbraio 2008

Arriva il primo "big match" del ritorno, sabato sera alle 20.30 c'è Juventus - Roma. Ancora una volta, parto da solo, causa impegni lavorativi del mio collega, alle 16.30 sono in macchina. Arrivo a Torino alle 18.45 circa, giro un pò intorno allo stadio e alle 19.20 entro in Nord. Sono un pò stanco e decido di non andare al secondo anello ma mettermi al primo, vicino a quello che dovrebbe essere il settore ospiti, riservato, per questa partita, alle famiglie torinesi, infatti, l'Osservatorio, ha vietato la trasferta ai romanisti, ennesimo provvedimento inutile, dannoso e vergognoso. Visti i miliardi spesi per tornelli, telecamere e steward, se vieti le trasferte, a cosa sono serviti?
Lo stadio si riempie piano piano, fino al tutto esaurito, mi guardo intorno per cercare qualche romano e, finalmente, lo trovo, dove? Nel settore riservato alle famiglie torinesi... Ma se i biglietti erano in vendita solo ieri e solo per i residentia a Torino, cosa ci fanno i romani li? Servono altri commenti? Non credo.
Inizia la partita, forse la miglior Juve vista fino ad ora, nonostante il centrocampo a 3 con Nedved e Camoranesi, non certo centrocampisti difensivi, sovrastiamo la Roma proprio nel cuore del gioco. Si rivede Nedved dei tempi d'oro, Camoranesi inventa e Zanetti cuce. Dietro Zebina fa un pò il bello e il cattivo tempo, quando sale fa male (che rima) ma dietro fa un pò paura. Molinaro, se raddrizzasse il piede nei cross..... Chiellini fa innervosire Totti e Legrottaglie prende pali.... Iaquinta lotta come un leone, nuovo idolo delle curve, Trezeguet si vede poco...
La vera sorpresa della serata, però, è Alessandro Del Piero, partita strepitosa (e sapete cosa penso di lui) Goal meraviglioso e tante giocate da fuoriclasse. Speriamo duri!
La Roma non tira mai in porta se non una punizione di De Rossi e riusciamo a portare a casa 3 punti che, consegnano il campionato all'Inter ma ci avvicinano al secondo posto.......
Fino alla fine, forza Juventus oh ooh ooooh oooooh

venerdì 15 febbraio 2008

Giustizia anche per Federico

nuovi sviluppi sul caso federico aldrovandi, ragazzo morto dopo un incontro con una pattuglia di poliziotti in una, fino a quel momento, tranquilla notte in cui il giovane rientrava a casa a seguito di una serata in discoteca.
il pm al processo ha portato come prova a danno degli agenti imputati due manganelli spezzati, cioè la presunta arma del delitto. manganelli prima scomparsi dalla scena del delitto e poi improvvisamente ricomparsi in questura... naturalmente puliti ma senza di un pezzo...
in aula un operatore del 113 ha riferito di una frase che avrebbe pronunciato uno degli agenti ora imputati: "Abbiamo avuto una lotta di mezz'ora l'abbiamo bastonato di brutto, solo che adesso è svenuto, non so, è mezzo norto".
ora, io capisco che i giornalisti sono tutti presi dalle vicende di perugia e di erba, e prima di cogne.... ma forse forse forse forse anche qui ci sarebbe spazio per parlarne un pò... o no??? invece andiamo avanti a ritagli.....:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" />

da "il corriere.it" del 14 Febbraio 2008 FERRARA — Due manganelli di gomma nera. Entrambi spaccati all'altezza dei manici Guarda). Potrebbero esser stati rotti sul corpo di Federico Aldrovandi, il diciottenne morto il 25 settembre 2005, dopo un intervento della polizia. Colpi alle gambe e non solo, inflitti al ragazzo nel tentativo di immobilizzarlo (l'autopsia non lo esclude, ndr). È l'ipotesi sostenuta dalla Procura di Ferrara nel processo in corso, davanti al giudice monocratico, contro i quattro agenti coinvolti in un violenta colluttazione con Federico, ora accusati di omicidio colposo. Ieri la settima udienza.

In aula Paolo Marino, ex capo dell'ufficio volanti, l'investigatore che per primo diede avvio alle indagini. A lui il pm Nicola Proto chiede conto di quegli sfollagente, subito spariti misteriosamente dalla scena del delitto, per poi ricomparire nel pomeriggio in questura. Puliti, senza macchie di sangue. E rotti. «Nessuno mi parlò dei manganelli la mattina del 25 settembre, poi lo fece l'agente Pirani». «Come mai non gliene parlarono prima?» incalza Proto. «Una dimenticanza». Il dirigente Marino non se ne fa un problema «anche perché sul volto del ragazzo non c'erano segni né sangue ».

Eppure una risposta la ottiene: «Un manganello si era rotto a causa di un calcio dell'Aldrovandi, l'altro perché ci era caduto sopra». Spiegazione che l'7ex capo delle volanti ritiene soddisfacente. Non approfondisce né lancia segnali allarmanti alla pm Emanuela Guerra, titolare delle indagini, che non va neppure sul posto. Gli sfollagente vengono fotografati e poi rinchiusi in cassaforte per mesi, fino al loro sequestro (il 21 febbraio 2006).

Anche Pietro Scroccarello, capo della squadra mobile, dice di non saper nulla dei manganelli, se non in seguito da Paolo Marino. E Gennaro Sidero, questore vicario, assicura di averne avuto notizia solo alle 18.

All'enigma degli sfollagente, si aggiunge il giallo del defibrillatore, in dotazione di una volante e mai utilizzato la mattina del 25 settembre. È la seconda ipotesi dell'accusa: il ragazzo stava male, chiedeva aiuto, e nessuno lo ha soccorso prima dell'arrivo dell'ambulanza. Eppure, come ha confermato Scroccarello, l'attrezzatura era a bordo e uno degli indagati aveva fatto un corso per utilizzarlo. Invece Federico è a terra, ammanettato, forse sta morendo, mentre uno dei poliziotti parla con un operatore del 113: «Abbiamo avuto una lotta di mezz'ora, l'abbiamo bastonato di brutto, solo che adesso è svenuto, non so, è mezzo morto... ». Sono le 6.12. I medici del 118 non sono ancora arrivati.

da "Liberazione" del 12 Gennaio 2006 Un diciottenne muore a Ferrara pochi minuti dopo essere stato fermato dalla polizia dalle parti dell'Ippodromo. I giornali locali, a caldo, scrivono di un malore fatale, sembrano alludere a un'overdose. Ma subito saltano fuori particolari inquietanti e contraddizioni. La versione suggerita dalla questura fa a pugni con la relazione di servizio della squadra mobile. E chiunque vedrà il corpo del giovane non riuscirà più a credere a una sola parola della versione ufficiale.
Quello che stiamo per raccontare è successo all'alba del 25 settembre. Una domenica mattina. Ma la vicenda ha oltrepassato da pochissimi giorni le mura della città. Da quando la madre del ragazzo, dopo mesi di inutile attesa della relazione medica, ha deciso di aprire un blog e raccontare i propri dubbi.
Federico Aldrovandi aveva 18 anni, li aveva compiuti il 17 luglio. Viveva a Ferrara, periferia sud, zona di Via Bologna, avrebbe preso la patente la settimana successiva, studiava da perito elettrotecnico, suonava il clarinetto, faceva karate, era un mezzo campione vincitore di molte coppe, bravo in matematica e meno in inglese, impegnato in progetto con Asl e scuola per la prevenzione delle tossicodipendenze. Era un salutista, leggeva le etichette di quello che mangiava. E il sabato sera, con gli amici, andava spesso a Bologna: è lì che ci sono locali, concerti, centri sociali. Così era successo anche quella volta. Erano stati al Link, il concerto reggae era saltato ma la serata era filata via tranquilla. E' vero, Federico aveva preso qualcosa: uno "sniffo" di roba esilarante (una smart drug, naturale e non proibita) più un "francobollo" di Lsd. Nel suo sangue sono state trovate tracce di oppiacei e chetamina, poca roba, però. Nulla che giustificasse un'overdose o un comportamento aggressivo. E poi lui non era proprio un tipo aggressivo. La madre, gli amici, il parroco del quartiere, nessuno lo descrive come è stato descritto dalle veline di Via Ercole I D'Este, dove sta la polizia, e dalle dichiarazioni alla stampa. Erano appena passate le 5 quando il gruppo, tornato a Ferrara, si separa da Federico che decide di fare l'ultimo tratto a piedi, per rilassarsi, è ancora estate, si cammina volentieri. Andrea, Michi, "Burro" e gli altri non lo avrebbero rivisto più.
A questo punto comincia la versione della polizia. Il "contatto" avviene alle 5.47. Una volante sarebbe stata avvertita da una donna abitante in Via Ippodromo, preoccupata dalla presenza di un ragazzo che, forse, camminava in modo strano, forse cantando. Magari farneticava pure, come diranno gli agenti che dicono di averlo fermato e qualche minuto dopo, alle 6.10, avrebbero chiamato il 118.
Otto minuti dopo l'ambulanza lo trova già morto, a terra, con le manette ai polsi, a un passo dal cancello del galoppatoio. Non ci sono i margini per la rianimazione. Qualcosa o qualcuno ha causato l'arresto respiratorio che poi ha bloccato per sempre il cuore del ragazzo che camminava da solo, disarmato, che era incensurato, non stava compiendo alcun reato quella mattina e non aveva mai fatto male a nessuno.
La strada verrà bloccata per più di cinque ore. Nel quartiere si sparge la voce che è morto un albanese, oppure un drogato. O un drogato albanese.
A casa di Federico, alle 8 ci si accorge che il letto è vuoto. Il cellulare squilla invano quando sul display si illumina la parola "mamma". Pochi minuti dopo, quando è il padre a chiamare (ma sul telefonino è memorizzato col nome, Lino), una voce imperiosa intima di qualificarsi e spiega che stanno facendo accertamenti su un cellulare "trovato per strada". Solo verso le 11 si presenta una pattuglia a casa Aldrovandi e annuncia il fatto con poche, pochissime, parole. Lo zio paterno, Franco, 42 anni, infermiere, parte per l'obitorio. In macchina gli spiegano: "Ha preso qualcosa che gli ha fatto male". Ma il viso sfigurato, il sangue alla bocca e un'ecchimosi all'occhio destro fanno venire troppi dubbi. Poi si saprà di due ferite lacero-contuse dietro la testa, dello scroto schiacciato e di due petecchie - due lividi da compressione - sul collo. "Era una furia", ripetono gli agenti e i funzionari accennando a un comportamento autolesionistico del ragazzo. Dicono che avrebbe sbattuto la testa al muro ma non si troveranno mai tracce di cemento sul viso, né di sangue sui muri vicini. Lo zio e gli amici le cercheranno per giorni intorno alla pozza di sangue davanti all'ippodromo dove "Burro" lascia una poesia dedicata all'amico ma la polizia, così dicono i vicini di casa, gliela farà sparire pochi minuti dopo. Dicono anche, in questura, che sarebbe stato abbandonato dai suoi amici che, invece, respingono decisamente l'accusa. La felpa e il giubbino di quella sera, restituiti alla famiglia, sono intrisi di sangue. Il mattinale domenicale della questura spara subito la tesi del "malore fatale". Le indagini partono dal medico di famiglia a cui verranno chieste notizie sul "drogato", lo stesso si cercherà di fare con i compagni di Federico, convocati dalla narcotici e dalla mobile e torchiati con domande da film di serie B: "Lo sappiamo che siete tutti drogati, diteci dove comprate la roba". Anche a loro la solita versione: Federico sarebbe stato trovato su una panchina, ucciso da uno "schioppone", ossia da un malore. Ma il giorno dopo un giornale azzarda dei dubbi. La questura riesce a far calare il silenzio, chiede (e ottiene) di pubblicare sotto gli articoli sulla vicenda la storia di una maga condannata per calunnia alla polizia. E, stranamente, le indagini d'ufficio vengono assegnate dal pm proprio alla polizia. Vengono convocati i genitori, senza avvocato, per sentirsi ripetere la versione dell'overdose, della gioventù bruciata ecc... Il procuratore capo dirà perentorio che la morte non è stata causata dalle percosse anticipando l'esito di una autopsia, allora appena disposta, e non ancora resa nota. Anzi, per la quale è stata chiesta un'ennesima proroga.
La perizia tossicologica, però, smentisce la polizia. Dovrà essere l'autopsia a chiarire le circostanze. Il rapporto delle volanti svela che quattro agenti sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso: due sono usciti con una prognosi di sette giorni, gli altri addirittura di 20. Ma nessuno s'è fatto ricoverare. E' forse il primo caso nella storia della ps, di poliziotti aggrediti che non lo sbandierano ai quattro venti. Perché? Perché non ammettere la colluttazione? Federico si sarebbe difeso o ha aggredito? Perché usare le manette quando esistono procedure precise per sedare persone con funzioni respiratorie compromesse dall'uso di sostanze? Ci sono pure manganelli in questa storia. Uno addirittura s'è rotto quella mattina, probabilmente sulla schiena, sulle gambe e sul viso del ragazzo. I segni fanno pensare che fosse impugnato al rovescio. Il sangue sul vialetto e sui vestiti fa pensare che le botte sarebbero iniziate a piovere prima del luogo della morte. Forse lo inseguivano, forse urlava mentre fuggiva. Forse è per questo che sono stati chiamati i rinforzi: un'altra volante e una gazzella. "E' una calunnia inopportuna e gratuita. Non è neppure ipotizzabile che sia morto per le percosse - dice ancora a "Liberazione" Elio Graziano, questore di Ferrara - è stata una disgrazia, una vicenda penosissima, era in stato di esagitazione. Quando i "nostri" lo fermarono morì, ritengo per gli effetti delle sostanze. E poi ci sono i testimoni...". Già, i testimoni: quelli che si sentono in giro sono resoconti vaghi ed evasivi di persone che avrebbero sentito solo urla e sgommate. Ma Ferrara è una città piccola, tutti sanno tutto. Qualcuno ha visto Federico immobilizzato, a terra, col ginocchio di un agente puntato sulla schiena e un manganello sotto la gola mentre l'altra mano del tutore dell'ordine gli tirava i capelli. Il ragazzo sussultava, faceva salti di mezzo metro. A fianco a lui, una poliziotta si sarebbe vantata: "L'ho tirato giù io, 'sto stronzo!". Così avrebbe riferito un testimone, ragazzo sveglio e vivace, si dice, probabilmente immigrato, ma stranamente sparito di fretta dalla città. Anche sua madre ha visto tutto e non solo lei. Gli Aldrovandi sperano che il clamore della notizia su questo e altri giornali faccia tornare la memoria a qualcuno.
Nei corridoi della questura, la vicenda viene minimizzata ma il blog della signora Patrizia sta seminando preoccupazione e nervosismo. Si lascia trapelare a mezza voce che il ragazzo fosse un tossico e la sua una famiglia "problematica" seguita da un "prete di frontiera". Pare che anche un carabiniere della gazzella abbia esclamato alla vista del corpo: "Ecco il solito coglione di don Bedin!".
Domenico Bedin è il parroco di S. Agostino, prete coraggioso, fondatore di un'associazione che aiuta poveri (italiani e no), tossicodipendenti, giovani, migranti con o senza carte. La foto di Federico è infilata nella cornice dello specchio nel suo ingresso della canonica. Conosce gli Aldrovandi e i loro amici, "gente normalissima - conferma - e il ragazzo aveva un buon carattere e non era un tossico".
La città. "La città non ha reagito - continua don Bedin - non ha mostrato rabbia, né passione. Per i giovani è difficile trovare stimoli, sentirsi coinvolti in un progetto. Si vive una specie di attesa degli eventi, c'è chi viene a chiedermi informazioni ma sottovoce. La Bossi-Fini, che produce clandestinità, ha aumentato la tensione tra chi vive per strada. Lo hanno ammesso gli stessi carabinieri nel loro rapporto di fine d'anno". Il capo della mobile si vanta sulla stampa dell'aumento degli arresti ma "la città è sostanzialmente tranquilla - spiega Riccardo Venturi, uno dei legali della famiglia - ma l'ossessione sicuritaria viene follemente pompata, si scimmiotta Bologna con il terrore degli extracomunitari. Ma siamo una città dormitorio, senza fabbriche ma anche senza baraccopoli, una città che vive di se stessa". Una città che deve capire perché così tanta violenza e tante bugie contro il ragazzo che non aveva mai fatto male a nessuno. La famiglia, sua madre è impiegata al comune, suo padre è ispettore della polizia municipale, chiede solo di conoscere la verità e "che la sappiano tutti, senza fango su Federico". Rifondazione comunista, in città e in parlamento annuncia la presentazione di interrogazioni urgenti a firma della deputata Titti De Simone e della consigliera Irene Bregola. Sulle tv private il questore insiste: "L'intervento degli operatori è avvenuto al solo scopo di impedire al giovane di continuare a farsi del male". Missione fallita.

lunedì 11 febbraio 2008

L'Osservatorio miope

La 22° giornata è stata l'ennesima caratterizzata da divieti e provvedimenti assurdi.
L'Osservatorio, ha nuovamente dimostrato, non solo la Sua
inutilità ma la dannosità dei provvedimenti presi fino ad oggi.
Sampdoria - Napoli: settore ospiti chiuso e ricevitorie monitorate per
evitare che i partenopei, potessero, comunque, acquistare
biglietti di altri settori. Risultato: 200? 300? Napoletani nei
distinti, mischiati ai Doriani...
Vogliamo parlare, poi, di Inter - Napoli? Milan - Juventus? Milan -
Napoli? Siena - Roma?
Settori ospiti chiusi e "Ultras" mischiati ai tifosi avversari.
Il compito di questo organo, istituito appositamente dal governo, dopo
il 2 febbraio 2007,
dovrebbe essere quello di prevenire incidenti ed evitare, quella che
loro chiamano, "criticità".
Dopo 5 mesi di provvedimenti inutili e dannosi, di soldi buttati, non è
ancora giunta l'ora di sciogliere questa vergogna?
Cosa stiamo aspettando?

domenica 10 febbraio 2008

Udinese - Juventus: Ci RiSiamo

Domenica 10 febbraio 2008

Nel mio paese è festa patronale S. Appollonia, come ogni anno, spero che la Juve giochi dove possa raggiungerla, per evitare bancarelle e folla che si accalca su di esse ed inonda il mio bel paese. Quest'anno, Udine, era compresa tra le trasferte in programma. Mi muovo per i biglietti. Sul sito dell'Udinese, indicano ricevitorie in Friuli, Veneto e Piemonte....IO SONO LOMBARDO CAZZO!
Fortunatamente, la settimana prima, a Udine, c'era l'Inter e, nel loro sito, erano ancora indicate le ricevitorie lombarde.
Solo due sono alla mia portata, la prima ricevitoria contattata ha problemi col terminale e me lo ripete per 2 giorni, la seconda, mercoledì sera, dopo aver fatto quaranta km, mi dice che i biglietti, sono esauriti.... Ottimo!
La partita, comunque, non riesco a vederla, forse, fortunatamente, visto i commenti che parlano di una Juve irriconoscibile. Sta di fatto che, Mauro, Vincenzo e un grande Gigi,(il cui rientro si fa sentire, visto che, le precedenti partite, avevano visto Belardi, giocare fuori ruolo....in porta.......) ci fanno tornare da Udine con 3 punti insperati che ci staccano dai violacei e tengono a distanza il Milan...
Avanti così che sabato c'è la Roma...

Obiettivo ancora Champions League?